One of my
favourite jobs during my internship at the The Roman Baths has been working on
my Tuesday Times Table. I chose to show to the visitors the curse tablets and
the other objects thrown into the Sacred Spring by the Romans. The curses are
tablets made of lead and pewter, inscribed by hand and dedicated by people to
the goddess Sulis Minerva (as well as Mars and Mercury), asking for revenge and justice for missing objects,
probably stolen. Some of them were folded or rolled. Most of the curses are
written in colloquial Latin, specifically the Vulgar Latin of the
Romano-British population. The tablets contain religious prayers and Roman and
Celtic names. Some of them are written in capital letters, others using the old
or new Roman cursive and others are illiterate. In the Sacred Spring were found
many other objects like coins, jewellery, vessels and wood and stone objects. They
were all offerings to the goddess.
During my
display by the Great Bath many people seemed to be interested in my project. I
had a table on which I could show the objects, in particular the curses with a display board with some further details. People were invited to handle every object
(well in their boxes!) and this is the very good thing about the Tuesday Times
Tables, because usually people can’t handle objects in museums, but thanks to
this project they could personally discover the finds, and they were very
surprised by this, and sometimes hesitant!
My handling table by the Great Bath
At my table
there was an activity for children too. They could try to write their names
using the ancient cursive Roman alphabet. This activity became very popular with
adults too, many people tried to write their names or other words with the
alphabet and they realised that it is very different from the English alphabet
and that there are missing letters!
Stefania
Ballocco
Universita’
degli studi di Cagliari (Italy)
Erasmus intern with the Collections team
Le maledizioni e la fonte sacra
Uno degli incarichi svolti durante il mio tirocinio al Roman Bath Museum e’ stato lavorare al Tuesaday Time Table, un progetto che prevede l’esposizione al pubblico di oggetti normalmente non visibili. Ho scelto di mostrare ai visitatori le tavolette delle maledizioni e gli altri oggetti che venivano riposti nella fonte sacra dai Romani.
Le maledizioni sono tavolette di piombo o peltro, incise a mano e dedicate alla dea Sulis Minerva. I dedicatari chidevano giustizia e vendetta per oggetti persi, probabilmente rubati. Alcune di queste sono state ritrovate nella fonte piegate o arrotolate. La maggior parte sono scritte in latino colloquilale, in particolare e’ stato usato il latino volgare della popolazioni Romano –britanniche. Le tavolette contengono preghiere alla dea e sono una fonte per lo studio e la conoscenza dell’onomastica romana e celtica. Alcune sono state scritte in stampatello, altre utilizzando il corsivo, altre ancora sono incomprensibili o illegibili. Nella fonte sacra sono stati ritrovati molti altri oggetti, quali monete, vasi, gioielli, e oggetti in osso e in pietra. Erano tutte offerte per la dea.
Durante l’esposizione nel Great Bath i visitatori del museo si sono mostrati interessati al mio progetto. Ho esposto le maledizioni e gli altri oggetti in un tavolo, nel quale si trovava anche un pannello con informazioni aggiuntive. Le persone erano invitate a toccare con mano ogni oggetto (posto ovviamente all’interno della sua scatola!), e questa e’ la vera cosa interessante del Tuesday Time Table, in quanto di solito i visitatori nei musei non possono toccare gli oggetti, ma grazie a questo progetto possono scoprirli personalmente, e molti di loro sono sorpresi da questo, alcuni addirittura esitanti.
Nel mio tavolo c’era anche un attivita’ dedicata ai bambini, i quali potevano provare a scrivere il loro nome usando l’antico alfabeto latino corsivo. Questa attivita’ e’ diventata molto popolare anche tra gli adulti, che si sono cimentati nel provare a scrivere i loro nomi e altre parole, scoprendo che l’antico alfabeto latino e’ completamente diverso da quello inglese e che molte lettere sono assenti!
Stefania Ballocco
Universita’ degli studi di Cagliari
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